Weiterhin die nach oben gerichtete Kraft von Zink-Preise

Es gibt kein Nachlassen des Wachstums in dem Zinkpreis bleibt das Metall, das die beste Leistung hatte in 2017 übertraf damit die 20% das Maximum von 2007.
Das anhaltende Wachstum ist schockierend Verbraucher, i quali si sarebbero aspettati una tregua visto anche l’assenza degli operatori cinesi i quali nella passata settimana “golden week” sono stati in vacanza.
mit 50% des weltweiten Verbrauchs, la Cina è la principale causa di questa situazione originata da chiusure, temporanee e definitive, di miniere e fonderie per motivi di inquinamento ambientali.
Su disposizioni del governo centrale, gli ispettori inviati per controllare le situazioni ambientali locali, hanno fatto fermare circa 1.800 miniere (60% del totale) e numerose fonderie sono tuttora inattive per problemi di inquinamento. Altre ispezioni sono state svolte per le fonderie di Zinco di cui alcune sono tuttora inattive in attesa del completamento delle opere necessarie a ridurre l’impatto ambientale.
La scarsità mineraria cinese si aggiunge a quella mondiale e ciò aggrava la disponibilità di metallo che secondo ILZG chiuderà il 2017 con un deficit di 178.000 Tonnen.
La carenza di Zinco in Cina è testimoniata anche dall’arbitraggio tra la borsa di Shangai e quella del LME di Londra che vedono i prezzi in Cina più alti di circa 80 $/Tonne, per cui gli operatori cinesi trovano conveniente importare Zinco.
L’attuale sostenutezza dei prezzi trova conferma al LME di Londra dove prevale la “Backwardation” in cui i prezzi per contanti sono più alti di quelli a 3 mesi con una differenza che ha toccato 71 $/Ton il 29/09/17
Gli stock ufficiali al LME sono scesi a 250.000 Tonnen, e a New Orleans attualmente gli stock sono ridotti a 80.000 Tonnen (erano 300.000 Tonnellate nel 2016). La maggior parte dello Zinco, nonostante fosse ossidato per la giacenza di 6 Jahre, è stato esportato verso la Cina.
Per l’Europa, che è oramai stabile importatrice di Zinco si aggiunge un ulteriore fattore d’incertezza rappresentato dal rapporto di cambio Dollaro/Euro, mentre a livello mondiale continua ad aleggiare l’ombra di una possibile guerra contro la Corea del Nord che potrebbe creare degli sconquassi imprevedibili.